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I dati INAIL sugli infortuni sul lavoro nel 2021

Il 2021 si è chiuso con un incremento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali rispetto al 2020. È quanto emerge dai dati riportati nella Relazione annuale 2021 dell’INAIL pubblicata lo scorso 25 luglio.

La Relazione ci dice infatti che, escludendo i casi COVID-19, “gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 349.643, di cui il 17,5% ‘fuori dell’azienda’ (cioè ‘in occasione di lavoro con mezzo di trasporto’ o ‘in itinere’)” mentre gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono 685, di cui 298, il 43,5%, ‘fuori dell’azienda’”. In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che “sono state poco più di 55 mila, in crescita del 22,8% rispetto al 2020”.

I numeri ci dicono che dobbiamo rispondere con azioni concrete e dirette per individuare quelle misure che possono eliminare, o almeno ridurre, il fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali.

L’esperienza, gli studi e le analisi delle dinamiche infortunistiche degli ultimi anni hanno evidenziato però che non possiamo affidarci solo all’attività di vigilanza, sia istituzionale che aziendale, come strumento esaustivo nella gestione della salute e sicurezza dei lavoratori. Oltre alla vigilanza “tradizionale”, quello che serve è un vero e proprio cambio di mentalità da parte di tutti i soggetti coinvolti, compresi i lavoratori stessi.

La nuova figura del preposto, come delineata dalla mini riforma del D.L. 146/2021, va in questa direzione. Inoltre, va ricordato il comma 1 dell’art. 20 del D. Lgs. 81/2008 che individua nel lavoratore stesso il soggetto che per primo ha l’obbligo di adoperarsi per proteggere se stesso e chi gli lavora intorno. Questo cambio di marcia si rende ancor più necessario per la gestione dei rischi per la salute, in particolare per gli aspetti ergonomici del lavoro.

Leggi il nostro approfondimento L’organizzazione aziendale della sicurezza

La movimentazione manuale dei carichi e le posture incongrue

In questo articolo ci soffermiamo in particolare su due tipologie di rischi ergonomici che caratterizzano anche l’attività di pulizia e sanificazione: la movimentazione manuale dei carichi (MMC) e le posture incongrue e disagevoli. Entrambe afferiscono alla sfera della “ergonomia”, scienza che si occupa di studiare il comportamento umano al fine di prevenire l’insorgenza di malattie professionali o di infortuni legati ad attività lavorative che possono, alla lunga, debilitare il lavoratore.

In sostanza, il concetto di rischio ergonomico riguarda tutte quelle attività che mettono potenzialmente a rischio il benessere psicofisico di una persona. Nel settore dei Servizi di Pulizia, Servizi Integrati/Multiservizi, ad esempio, le lavoratrici e i lavoratori risultano esposti a questo rischio nelle attività che richiedono sollevamenti e/o spinte, mantenimento di posture fisse o particolari e movimenti ripetitivi, oppure che si svolgono in un ambiente non ottimale. Tali attività possono portare allo sviluppo di patologie a muscoli e articolazioni.

Le attuali strategie per abbattere gli infortuni e, soprattutto, l’insorgenza di malattie professionali si basano sul principio della cosiddetta “ergonomia preventiva”, il cui scopo è individuare e predisporre provvedimenti nella fase di progettazione del processo di lavoro. Si possono invece utilizzare i principi della cosiddetta “ergonomia correttiva” nei casi in cui il processo sia già definito.

Per questi motivi, nel posto di lavoro è fondamentale riconoscere e prevenire questi tipi di rischi, tanto che l’attuale normativa sulla sicurezza sul lavoro stabilisce che il datore di lavoro è tenuto a operare una valutazione dei rischi ergonomici e a inserire tale valutazione all’interno del Documento di valutazione dei rischi.

Di seguito troviamo rappresentate alcune tipologie di disturbo muscolo-scheletrico (DMS) che colpiscono con maggior frequenza i lavoratori.

Il quadro normativo

Il quadro normativo attuale è rappresentato innanzitutto da diverse Direttive Europee. In particolare la direttiva quadro, Dir. 89/391/CEE, che impone ai datori di lavoro l’adozione di misure preventive volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori.

L’obbligo di valutazione dei rischi comprende tutti i rischi e le condizioni di natura ergonomica, tra cui il lavoro ripetitivo, le operazioni di spinta e di traino, i movimenti e le posizioni di lavoro e la movimentazione manuale.

Oltre a questa, ci sono altre Direttive che si occupano della prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici. La stessa “Direttiva Macchine” (D. Lgs. n° 17 del 27/1/2010) indica che le macchine di nuova progettazione, o quelle vecchie che subiscono variazioni costruttive o di destinazione d‘uso, devono essere conformi a una serie di requisiti di sicurezza e di ergonomia.

In Italia il D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. dedica il Titolo VI e l’Allegato XXXIII alla movimentazione manuale dei carichi. In particolare l’art. 168, relativo agli obblighi del datore di lavoro, stabilisce che 

“il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie e ricorre ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori”.

Inoltre l’All. XXXIII specifica che 

“le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3) relative alle attività di movimentazione manuale (sollevamento, trasporto, traino, spinta, movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza) sono da considerarsi tra quelle previste all’articolo 168, comma 3”.

Nel dicembre 2021 è stato pubblicato il D. L. n. 146 che ha modificato il D. Lgs. n. 81, introducendo l’obbligo di formazione per il datore di lavoro, di nomina del preposto in tutte le attività e modifiche al ruolo dello stesso.

Le prospettive per il futuro

L’Unione Europea già dal 2002 ha definito prioritaria l’attività di prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici (DMS) in ambito lavorativo. La stessa Commissione Europea ritiene che i DMS siano “una delle malattie professionali più gravi e diffuse”.

L’Italia si è fatta promotrice, a fine 2020, di una campagna europea con lo slogan “Alleggeriamo il carico!”. La campagna europea è coordinata a livello nazionale dalla Direzione centrale prevenzione dell’INAIL. Obiettivo della campagna è quello di sensibilizzare su questa tematica lavoratrici e lavoratori, datori di lavoro, associazioni professionali e parti sociali, istituzioni e opinione pubblica.

La campagna europea ci ricorda che le migliori strategie si basano sull’uso combinato di più strumenti, essendo l’origine dei DMS multifattoriale. Ad esempio possono essere utilizzati la riorganizzazione dei posti di lavoro, la pianificazione del lavoro, la turnazione del personale esposto ai rischi e il cambio mansione periodico.

Aspetto importante è l’attività di formazione e addestramento sulle corrette posture svolta da personale qualificato direttamente sul posto di lavoro. Oltre a questo non va dimenticato l’uso di macchine e attrezzature in sostituzione delle attività manuali (ad esempio lucidatrici, spazzatrici, ecc). 

Oltre all’automazione, sono in fase di studio gli esoscheletri da indossare che hanno l’obiettivo di migliorare la postura. Un articolo del 10 febbraio 2022, pubblicato sul Corriere della Sera, riportava la notizia di un progetto di Iuvo, spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per costruire tecnologie indossabili con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro degli operatori che svolgono movimentazione manuale dei carichi. Si tratta, appunto, di esoscheletri per il supporto della zona lombare e dei muscoli della schiena, che solitamente vengono stimolati durante le attività di sollevamento e di movimentazione pesi. Il sistema ha l’obiettivo di dare benefici a breve e lungo termine, riducendo lo sforzo fisico e la sensazione di fatica.

Un’altra azienda che collabora al progetto, la Comau, specializzata in sistemi e prodotti avanzati per l’automazione industriale, ha prodotto alcuni anni fa un esoscheletro (Mate), che ha dimostrato una effettiva riduzione dello sforzo muscolare per il 30% dei lavoratori, una riduzione della pressione muscolare degli arti superiori per il 25% e un miglioramento della postura per il 50%. Il modello MateXT è invece la versione per chi lavora in condizioni difficili in ambiente industriale e all’aperto, progettato per supportare l’operatore durante l’esecuzione di attività che richiedono le braccia sollevate.

Dello scorso giugno invece la notizia, pubblicata sul portale puntosicuro.it, della collaborazione tra Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’INAIL che insieme hanno realizzato, nell’ambito del progetto “Sistemi Cibernetici Collaborativi”, tre prototipi di dispostivi robotici indossabili. I dispositivi agiscono in modo specifico per alleggerire gli sforzi e la fatica dell’operatore alla schiena e al tronco, alle spalle, e ai gomiti.

Con l’uso di questi dispositivi, in base al lavoro svolto, si ha una riduzione dello sforzo fisico fino al 40% e un conseguente guadagno in termini di riduzione di infortuni e, soprattutto, di malattie professionali.

Terminiamo segnalando che, in linea con quanto sopra, anche il D. L. n. 36/2022 recante “Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)” prevede nuove specifiche misure per il contrasto agli infortuni.

Infine l’art. 20, “Misure per il contrasto del fenomeno infortunistico nell’esecuzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il miglioramento degli standard di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”, prevede che l’INAIL promuova appositi protocolli di intesa con aziende e gruppi industriali per l’attivazione, ad esempio, di progetti di ricerca e sperimentazione di soluzioni tecnologiche in materia, tra l’altro, di robotica, esoscheletri, sensoristica per il monitoraggio degli ambienti di lavoro, materiali innovativi per l’abbigliamento lavorativo, dispositivi di visione immersiva e realtà aumentata, per il miglioramento degli standard di salute e sicurezza sul lavoro, nonché di iniziative congiunte di comunicazione e promozione della cultura della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.