fbpx

Il ruolo dei servizi di pulizia e sanificazione negli ambienti ospedalieri è da sempre di fondamentale importanza, ma ha assunto un ruolo ancora più centrale durante la Pandemia

Però, c’è da dire che, mettendo un attimo da parte il rischio di contagio da Sars-CoV-2 attualmente presente, il vero problema che le strutture ospedaliere si trovano ad affrontare quotidianamente è quello delle Infezioni Correlate all’Assistenza sanitaria

Si tratta, come vedremo più nel dettaglio, di infezioni contratte in ospedale dai pazienti, a causa della presenza di patogeni molto pericolosi e difficili da trattare. 

Per ridurre questo rischio, molto elevato e diffuso, è necessario individuare nuove tecniche di pulizia e sanificazione, investendo risorse nella ricerca e nell’innovazione. 

Ma procediamo per gradi e vediamo insieme in cosa consistono le infezioni correlate all’assistenza sanitaria e quanto è importante l’impiego di tecniche all’avanguardia, come quelle individuate da un gruppo di ricercatori italiani in uno studio davvero interessante, per pulizia e sanificazione. 

Cosa sono le Infezioni Correlate all’Assistenza sanitaria (ICA)

Le Infezioni Correlate all’Assistenza sanitaria, per brevità ICA, sono 

“Infezioni acquisite che costituiscono la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria e possono verificarsi in ogni ambito assistenziale, incluso gli ospedali per acuti, il day-hospital/day-surgery, le strutture di lungodegenza, gli ambulatori, l’assistenza domiciliare, le strutture residenziali territoriali.”

Questa la definizione proposta dal Ministero della Salute sul sito ufficiale (qui). 

Si tratta, quindi, di infezioni contratte in ambiente sanitario nel ricevere cure mediche, che possono avere 4 cause principali

  1. introduzione di nuove tecnologie sanitarie che, pur migliorando le possibilità terapeutiche e l’esito della malattia, possono favorire l’ingresso di microrganismi nel nostro corpo;
  2. l’indebolimento del sistema di difesa dell’organismo (immunosoppressione);
  3. la scarsa applicazione di misure di igiene ambientale e di prevenzione e controllo delle infezioni in ambito assistenziale;
  4. l’emergenza di ceppi batterici resistenti agli antibiotici

Come si può leggere, quindi, la pulizia e l’igienizzazione degli ambienti è un pezzo del problema, che può e deve essere affrontato in modo adeguato. 

I numeri di un problema molto diffuso

Le statistiche relative alle Infezioni Correlate all’Assistenza sanitaria non lasciano spazio a interpretazioni o dubbi. Si tratta, a tutti gli effetti, di un’emergenza, sia dal punto di vista strettamente sanitario che economico

Con un pizzico di cinismo, infatti, bisogna riconoscere che curare queste infezioni comporta dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale non indifferenti, che pesano sul bilancio di una struttura ospedaliera. 

Ecco i dati del Ministero sulle ICA annuali:

  • 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza
  • 37.000 decessi attribuibili
  • 110.000 decessi per i quali l’infezione rappresenta una concausa
  • I costi vengono stimati in approssimativamente 7 miliardi di Euro, includendo solo i costi diretti
  • La frequenza di pazienti con un’infezione contratta durante la degenza è pari a 6,3 ogni 100 pazienti presenti in ospedale
  • Nell’assistenza domiciliare, parliamo di 1 paziente ogni 100
  • Circa il 50% delle ICA è prevenibile
  • Le ICA più frequenti riguardano il tratto urinario (35-40%), l’apparato respiratorio, le ferite chirurgiche, le infezioni sistemiche (sepsi, batteriemie)

Come ridurre le ICA con le nuove tecnologie

Abbiamo accennato all’inizio dell’articolo che i servizi di pulizia e disinfezione degli ambienti ospedalieri ricoprono un ruolo essenziale nella prevenzione e riduzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria. 

Purtroppo, però, tra le cause principali abbiamo visto esserci l’introduzione di nuove tecnologie mediche e l’aumento della resistenza agli antibiotici da parte di alcuni ceppi di batteri. Ne consegue che anche le tecniche di pulizia e sanificazione devono aggiornarsi e innovare. 

In tal senso riteniamo davvero molto interessante riportare i risultati di uno studio su una tecnologia basata su disinfettanti probiotici

Trattandosi di una metodologia sperimentale e relativamente nuova, in molti ne stanno testando l’efficacia; questo, beninteso, non mette in discussione i metodi considerati “tradizionali”, che al momento risultano altrettanto efficaci.

Cos’è una tecnologia basata su sistemi probiotici?

Si tratta di un sistema di pulizia e sanificazione degli ambienti basato su detergenti ecologicamente sostenibili contenenti spore di probiotici del genere Bacillus

Esso integra diversi fattori, come una tecnica di attivazione specifica per la competizione biologica, l’utilizzo di materiali specifici in microfibra (che combinano le attività di spazzatura e lavaggio), procedure certificate e controllo microbiologico. 

Questi fattori garantiscono degli standard che includono un basso carico microbico e stabilità nel tempo

Cosa emerge dallo studio?

Secondo i ricercatori, che hanno condotto degli studi per alcuni mesi in diversi ospedali italiani, la tecnologia basata su disinfettanti probiotici ha dimostrato di ridurre i patogeni presenti sulle superfici ospedaliere fino al 90% rispetto alla disinfezione chimica convenzionale (conventional chemical cleaning – CCC).

Un incremento dell’utilizzo di questa tecnologia nei reparti di medicina interna/geriatria e neurologia nei prossimi 5 anni in Italia consentirebbe di evitare almeno 31.000 ICA e 8.500 antibiotico-resistenze, risparmiando così almeno 14 milioni di euro, di cui 11.6 solo per il trattamento di ICA resistenti.

Conclusioni

Sistemi di igiene innovativi e sostenibili dal punto di vista ambientale potrebbero ridurre sostanzialmente la resistenza agli antibiotici, aumentando la protezione della salute in tutto il mondo.

È tempo di innovare su ogni versante, sia sull’utilizzo da parte delle imprese di nuove tecnologie e nuove modalità di svolgere le pulizie, sia formando il personale delle imprese di pulizia con un particolare interesse sulla sanificazione degli ambienti ospedalieri.

Continua innovazione e formazione possono infatti contribuire, all’interno di un processo più ampio e complesso, a ridurre le infezioni correlate all’assistenza sanitaria.