L’ONBSI si rivolge ai lavoratori dipendenti impiegati presso imprese esercenti servizi di pulizia, servizi integrati e multiservizi, che applicano il CCNL di settore; si tratta, quindi, di una platea molto ampia, che abbiamo precedentemente delineato qui.
Quando si parla di attività di pulizia, però, si tende a fare molta confusione.
In particolare, in quest’ultimo anno e mezzo influenzato dalla Pandemia in corso, si è fatto un utilizzo spesso scorretto di termini come disinfezione, disinfestazione, sanificazione, quasi come se fossero sinonimi.
In realtà, le attività di pulizia sono classificate e definite dal punto di vista normativo dal decreto 7 luglio 1997, n. 274, “Regolamento di attuazione degli articoli 1 e 4 della legge 25 gennaio 1994, n. 82, per la disciplina delle attività di pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione.”
Facciamo chiarezza.
I 5 settori di attività
Il decreto succitato presenta una suddivisione delle attività di pulizia in 5 settori, poi definiti in modo più preciso già nell’articolo 1 dello stesso.
I settori sono i seguenti:
- attività di pulizia;
- attività di disinfezione;
- attività di disinfestazione;
- attività di derattizzazione;
- attività di sanificazione.
È possibile, com’è facile intuire, che una singola impresa svolga tutte queste attività, nel rispetto dei requisiti previsti dalle legge, o solo alcune di esse, spesso difficili da separare in modo netto.
In cosa consistono queste 5 attività?
In cosa consistono, esattamente, queste 5 sfere di attività? Vediamo cosa dice, a tal proposito, l’articolo 1 del decreto n. 274/97, aggiungendo, laddove necessario, qualche piccolo approfondimento o chiarimento.
1. Attività di pulizia
Rientrano in questa definizione le attività che “riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a rimuovere polveri, materiale non desiderato o sporcizia da superfici, oggetti, ambienti confinati ed aree di pertinenza”.
In parole più semplici, la pulizia non è altro che la rimozione di sporcizia dagli ambienti e dalle superfici. Un esempio? Spazzare il pavimento o togliere la polvere.
2. Attività di disinfezione
Le attività di disinfezione sono quelle che “riguardano il complesso dei procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti confinati e aree di pertinenza mediante la distruzione o inattivazione di microrganismi patogeni”.
Semplificando, è una pulizia più approfondita, che prevede l’impiego di prodotti e sostanze (ad esempio la candeggina) capaci di uccidere batteri, virus e altri agenti patogeni.
3. Attività di disinfestazione
Con il termine disinfestazione si intendono tutte quelle attività che “riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a distruggere piccoli animali, in particolare artropodi, sia perché parassiti, vettori o riserve di agenti infettivi sia perché molesti e specie vegetali non desiderate”.
Quindi, la disinfestazione consiste nell’utilizzo di particolari tecniche e sostanze capaci di rimuovere completamente la presenza di parassiti, insetti, piccoli animali, che possono portare virus e malattie o distruggere le coltivazioni.
Un classico esempio è la disinfestazione contro le zanzare nel periodo estivo.
La disinfestazione può essere integrale, se rivolta a tutte le specie infestanti, o mirata, se rivolta a un singola specie.
4. Attività di derattizzazione
Rientrano nella categoria delle attività di derattizzazione quelle che “riguardano il complesso di procedimenti e operazioni di disinfestazione atti a determinare o la distruzione completa oppure la riduzione del numero della popolazione dei ratti o dei topi al di sotto di una certa soglia”.
In questo caso il nome dell’attività non lascia spazio ai dubbi e si riferisce quindi alla rimozione o alla riduzione del numero di topi e ratti in una determinata zona, ad esempio attraverso l’utilizzo di trappole da disporre in alcuni punti strategici.
5. Attività di sanificazione
Si definiscono attività di sanificazione tutte quelle che “riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l’attività di pulizia e/o di disinfezione e/o di disinfestazione ovvero mediante il controllo e il miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura, l’umidità e la ventilazione ovvero per quanto riguarda l’illuminazione e il rumore”.
Si tratta, come puoi leggere, di una procedura molto più complessa e sfaccettata, che comprende anche attività di pulizia, disinfezione e disinfestazione e che riguarda diversi aspetti dai quali dipende la salubrità degli ambienti.
Quali attività sono escluse
Non tutte le attività riconducibili a pulizia, disinfezione, disinfestazione e sanificazione rientrano nell’applicazione della normativa.
Come indicato nella Circolare M.I.C.A. prot. 500219 del 08.01.2001, sono escluse, infatti, le seguenti attività:
- pulizia di caminetti;
- espurgo di pozzi neri;
- sterilizzazione di terreni e ambienti;
- pulizia di arenili, strade, piazze, cigli stradali;
- manutenzione e pulizia di giardini, corsi d’acqua, sentieri;
- attività di disinfestazione o fumigazione, in locali confinati, di merci e derrate per mezzo di gas tossici.
Il dibattito sul tema della sanificazione
Sul tema della sanificazione si è generato un enorme dibattito, in particolare durante la Pandemia, che ha richiesto questo tipo di attività con maggiore frequenza rispetto al passato, creando non pochi disagi alle imprese di pulizia che offrono questo tipo di servizio.
A diradare la nebbia e i dubbi è intervenuta l’Agenzia delle Entrate, chiarendo che le imprese che svolgono attività di pulizia e disinfezione sono abilitate anche alla sanificazione, perché le prime due svolte in successione rappresentano azione di sanificazione, anche per quanto riguarda il contenimento della diffusione del virus Sars-CoV-2.